Forse non tutti conoscono l’uso della locuzione “jump the shark” in relazione ad un serial o telefilm.
Si dice che una serie ha saltato lo squalo (jump the shark, appunto) quando non ha più niente da dire, e si trascina avanti negli anni più perché i fan della prima ora le sono ancora affezionati.
La locuzione deriva da una puntata di Happy days in cui Fonzie salta con gli sci d’acqua uno squalo, quella puntata è stata lo spartiacque tra una serie divertente ed un aberrante susseguirsi di episodi sempre più deprimenti (come il riporto di un Richie ormai pelato). C’è un sito che elenca un bel po’ di telefilm e il relativo episodio simbolo della loro caduta.
Ma il vostro caro Zuck voleva proporre a voi dottori un giochino simile ma diverso.
Simile nel senso che si parla sempre di punto di non ritorno, ma questa volta per i musicisti.
E vi ha anche trovato la locuzione adatta: Gone to Las Vegas.
Cioè si può dire che un musicista, un gruppo è andato a Las Vegas quando non solo ha perso la spinta propulsiva degli esordi, ha esaurito la vena creativa della maturità , ma si trascina stanco, ingrassato e svogliato nella routine discografica in una pallida imitazione del se stesso migliore come il grande Elvis nei suoi ultimi anni nella capitale del gioco d’azzardo. Magari ogni tanto azzeccano il movimento pelvico che ci fa ancora ricordare i bei vecchi tempi, ma il livello medio è irrimediabilmente calato:
Di seguito elenco un po’ di artisti e il relativo disco con cui sono andati a Las Vegas:
- The rolling stones: Goat’s head soup
- The Cure: Wish
- U2: Zooropa
- Sting: The soul cages
- Oasis: Be here now
- REM: Reveal
- Michael Jackson: Dangerous
- Genesis: Abacab
- Pink Floyd: Animals
- Eric Clapton: August
- Dire Straits: Love over gold
- Lenny Kravitz: 5
- Van Morrison: A period of transition
Adesso tocca a voi, dottori, artista e disco.
P.S. Sia chiaro che per me i Genesis, Lenny Kravitz e Michael Jackson ci possono anche restare, a Las Vegas