Braistorming

A casa Zuck si decide cosa regalare per Natale.

Zuck: – E cosa regaliamo ai nonni?
Smilza: – Non lo so…
Zuck: – Bimbi, avete qualche idea per il regalo ai nonni?
Badòn: – Una scatola vuota, con niente dentro.
Pìgua: – Ego!(*)

(*) Traduzione: Io regalerei una confezione di mattoncini colorati da costruzioni, preferibilmente di marca Lego.

Barcamp Turin

Prendo una pausa dai problemi per raccontare come è andato il barcamp a Torino.
Sabato mi sveglio presto, metto nello zaino un paio di fogli con scritto quello che dovrei dire e prendo la vespa. Alla Fiumara arrivo con le mani congelate e vedo un altrettanto infreddolito Tambu su una panchina ad aspettare. Sono le otto e dovrebbero vedersi anche gli altri. Infatti un paio di secondi dopo arriva la Golf di quel fighetto di Poldo. Gira intorno alla rotonda e si infila nel parcheggio dei cinema. Il tempo di chiedersi che cosa abbia in mente che arriva anche AndreaBe che porta AndreaBa e Cristiano con la sua auto. Ha ancora il portapacchi aerodinamico sul tetto. Afferma che lo smonterà quando cambierà l’auto.
Bene, ci siamo tutti. Si parte. La mattina è fredda, bianca di foschia. l’autostrada è vuota e il viaggio va avanti liscio. Io, Tambu e Poldo sulla Golf dietro alla Honda Jazz di Andrea che, potenza dell’informatica, si è stampato l’itinerario da fare per arrivare all’Hiroshima mon amour.
In auto si ascoltano Gnarls Barkley che rifanno le Violent Femmes e The who. Si discute di diritti digitali e Poldo comincia a recitare la sua parte di intervento. Un CarCamp.
Colazione. L’autogrill è il più brutto che abbia mai visto. Un container. AndreaBe mi offre cappuccio e brioches. A buon rendere. Si comincia a discutere forse perché non si ha voglia di tornare ai due gradi dell’esterno. Un AutoGrillCamp.
Si arriva alla barriera di Torino. Andrea prende per Corso Unità d’Italia poi decide di portarci in gita a Trofarello. Per fortuna cambia idea e si porta sulla strada giusta.
Arriviamo all’Hiroshima. Ci registriamo. Ci sono i cordini di Google.
C’è il solito casino. Foglietti volanti con i titoli degli interventi. Scrivo "confermato" sul nostro e mi guardo intorno. Volti noti. Saluto Gaspar Samuele Theo e Matteo. Mi guardo intorno. Continua ad esserci casino. D’altronde è il Barcamp, bellezza.
Ci spostiamo tutti nel salone con il palco, ottimo per i concerti ma non per le conferenze informali. Vittorio ci saluta e ci comunica come vengono divisi gli interventi. Salone grande: mainstream. Sala piccola in basso: argomenti non tecnici. Sala piccola piano di sopra: interventi tecnici. Bene.
Passerò un bel po’ di tempo nella sala in basso, penso.
Inizia Antonio, parlando di commentatori e non commentatori. Si comincia a discutere, è la stessa atmosfera del Bzaarcamp. Si sfora il tempo a disposizione.
Gaspar, AndreaBe, Federico e Matteo decidono di tenere il loro intervento di sotto invece che di sopra. Parlano della morte del blogroll e Zoro si sforza ma non capisce. Anche io. Si ascolta Mafe sugli User Generated Revenues (forse roiordie?). Si continua a discutere e sforare.
Arriva lo squillo. Killerboy mi è venuto a prendere ed è fuori ad aspettarmi. Negli ultimi 6 anni l’ho visto 2 volte. Nei precedenti 2 abbiamo in pratica convissuto.
Esco nel freddo e lo vedo, appoggiato alla Panda. Lo abbraccio. Sembra che sia passato un giorno, non 6 anni. Si va a mangiare all’Osteria FIAT. Tagliata fagiolini e quartino di vino. Cominciamo a parlare. Di TAV. Mi è diventato ambientalista. Pure in India, è andato. Ci vuole tornare.
Starei lì ore. Ma alle due c’è l’intervento mio e di Poldo. Devo andare.
Arrivo. la gente sta discutendo in giro. Lo scopo del barcamp è raggiunto. Incontrarsi e parlare. Crescere.
Ma bisogna darsi una mossa. Tocca a noi Poldo. Noi, Topolino e il copyright.
Inizia pure tu. Poldo parla a braccio. Dice che sono quello intelligente dei due. Ripete il discorso che ha fatto in macchina.
Tocca a me. Ho bevuto troppo vino rosso . Devo leggere i miei fogli. Finisco quello che ho da dire. Si avvia una buona conversazione sull’argomento con Maurizio Gaspar e altri. Interviene Marco per dire che dopo c’è lui e si può inserire nell’argomento. E in effetti sono bastate poche parole del suo intervento per dimostrare con i fatti quello che io e Poldo cercavamo di spiegare. Palma del miglior intervento per lui.
Si va su a sentire parlare di Top100 da ludo eio Theo e Fullo. Si vedono nuvole con i blog dentro e mi viene in mente Kevin Bacon. Tambu elegge al rango di Venerabile Ludo. Si banna Beppe Grillo.
Si girovaga, si cerca di vincere la Fonera e si torna a casa con Cristiano e Andrea sulla Golf di Poldo. Si continua a discutere di sicurezza militare e software per ottici. Un GoinBackHomeCamp.
Si arriva alla Fiumara. Si saluta tutti. Alla prossima.
Forse un BeachCamp?

Moroni vs Ammaniti

Mi sono dato al romanzo italiano, dottori. Complice il fatto che, in questi ultimi mesi, sono usciti due libri interessanti:

Perduto per sempreIl libro di Moroni, che, nel contempo, è anche uno dei b*****r più interessanti del panorama italiano, è il racconto in prima persona della vita di Luigi Steiner, dai sette anni al vero ingresso nell’età adulta, descritto con fine capacità di analisi psicologica, preziosissima nella sua profondità. Un padre stronzo e una madre sottomessa, un cinismo e l’inazione dovuta al troppo analizzare. Anche se la profondità dei sentimenti espressi potrebbe farlo pensare, NON è un romanzo autobiografico.

Come Dio comandaIl libro di Ammaniti, invece, pur atteso con trepidazione dopo il successo di Io non ho paura e accompagnato da un marketing che l’ha posizionato subito tra i best sellers, è abbastanza deludente. A partire dal soggetto, che coinvolge la solita storia di rapporti padre e figlio con lo sfondo della vita della media cittadina agraria. Tutto si svolge in un ristretto arco di tempo, culminante in una grande tempesta notturna, dove tutto si lava, si sporca e si confonde. Scritto molto bene, ma non all’altezza dei precedenti.