With the A-1 sound sound so soothing
Oggi mentre pulivo le cozze, ho visto su La7 Diabolik di M.Bava.
Sorprendente come da un fumetto in bianco
enero Bava abbia estratto un caleidoscopio di colori pastello vivaci, che
rimandano alla pop art, pirotecniche invenzioni tecnologiche, che ricordano un
James Bond futuristico e effetti speciali artigianali che lo accomunano al ciclo
Cormaniano dei racconti di Poe. La trama è ancor più imporbabile di quella dei
fumetti, ma la bellezza di Eva Kant (non so che attrice sia) è incredibile. E
poi Ginko è Michel Piccoli, un cattivo è Adolfo Celi, capisco come mai sia
diventato un mito, come testimonia il fatto che l’inizio è stato praticamente
citato scena per scena nel video di Body
movin’ dei Beastie Boys.
Mese: Dicembre 2003
Natale …
Natale
Dottore, il Natale è iniziato il 24 mattina, quando la Smilza mi ha svegliato
entrando trionfante nella camera buia con Badòn in braccio:- Zuck caro,
vengonoanche i genitori di Occhei, gli Scioglilingua!!!
Lei deve
sapere,dottore che, per il pranzo di Natale, io e la Smilza avevamo deciso di
invitare i parenti a casa nostra. Però, visto che la mia adorata consorte
non fa mai le cose a metà , aveva esteso l’invito ai genitori di mia cognata, a
loro figlio con relativa fidanzata, a madre, padre e figlio Scioglilingua.
Ricapitoliamo, per fare un pochino di ordine:
Famiglia | Legame | Numero |
Zuck, Smilza e Badòn | noi | 3 |
Viceparroco e Precisa | Miei suoceri | 2 |
Fratellino e Bimba | Mio cognato e fidanzata | 2 |
Bestia, Rigorosa, Zuckino e Signorina | Mio fratello con moglie edue bambini | 4 |
Burbero e Tuttobene | Mio padre e mia madre | 2 |
Professore e Professora | Genitori di Rigorosa | 2 |
Sub e Taciturna | Fratello di Rigorosa con fidanzata | 2 |
La famiglia Scioglilingua | Amici dei suoceri | 3 |
Totale | 20 |
Devo ammettere che, a scusante della Smilza, casa nostra ha una bella sala, con
tavolo allungabile, divano in pelle e mobile in stile moderno; ma 20 persone ci
stanno solo se si crea un soppalco.
Durante la giornata del 23,
fortunatamente, avevamo ricevuto le telefonate di ringraziamento e rifiuto
da parte di Professore e consorte, di Bimba, dei genitori di Occhei e
di Sub e Taciturna, la cui telefonata è durata un paio d’ore. Eravamo scesi a
quota 13, che porterà sfiga, dottore, ma almeno può essere contenuta nella sala
che abbiamo, se ci facciamo prestare un tavolino aggiuntivo, spostiamo il divano
contro il muro, obblighiamo i nostri ospiti a non muoversi dalla posizione
assegnata e li preghiamo di accordarsi per non inspirare tutti
contemporaneamente.
E con il sorriso sulle labbra e le orecchie ottuse ero
andato a dormire sereno, la sera del 23. Orecchie ottuse, dottore? Perché
bisogna anche fare da mangiare per tutte queste persone, e la mia specialità è
fare il gelato: deve sapere, dottore che il rumore della gelatiera in funzione è
uguale agli strilli più strazianti del piccolo Badòn, solo che per fare una
vaschetta, questo strillo dura circa un’ora (ho sempre paura che i vicini,
allarmati, chiamino telefono azzurro). Ho fatto 7 vaschette, durante la giornata
del 23, dottore, mentre Smilza portava le orecchie di Badòn (e le sue) in salvo
da Viceparroco e Precisa.
Ma non faceva niente, ero felice, Natale con le
persone che ti stanno care, vale la pena di faticare per la preparazione del
pasto e per rimettere tutto in ordine, dopo (per fortuna al lavaggio delle
stoviglie ci pensa Santa Lavastoviglie, sempre sia lodata). E così il 24 mattina
eravamo arrivati già a 15, e già sperimentavamo come stipare tutti i nostri
ospiti in sala.
A mezzogiorno arrivava la telefonata di Bestia, mio
fratello,che mi avvisava che Sub suo cognato, fratello di Rigorosa, era felice
di unirsi al gruppo. Le urla di giubilo di Smilza si confondevano con le mie
bestemmie, dottore, 16 persone, non abbiamo nemmeno i piatti per 16
persone!!!
Ma bisognava trovare una soluzione, ed io e Smilza abbiamo
iniziato un brainstorming che ha partorito questo: smontare il mobile che
abbiamo in sala e trasferirne i pezzi in camera nostra. Così abbiamo telefonato
a Fratellino, il fratello minore di quasi 2 metri di Smilza, perché ci venisse
ad aiutare, abbiamo mandato Badòn dai nonni e ci siamo messi all’opera.
Alle
sette di sera tutto era finito, il mobile di sala, smontato, giaceva in camera
nostra, dopo aver rischiato un paio di volte di essere involontariamente fatto a
pezzi, la tavolata era imbandita con i suoi 15 coperti (non tutti uguali, non
abbiamo un servizio da 15 persone), e sembrava che il Natale fosse avviato ad
essere un giorno di festa senza problemi.
Dovevamo solo lavare gli ultimi
piatti rimasti nella lavastoviglie, per svuotarla per i carichi maxi che la
aspettavano il giorno dopo.L’abbiamo avviata, mettendoci a vedere la televisione
in cucina (quella di sala era accatastata insieme ai pezzi di mobile in camera
nostra). Ad un tratto è andata via la corrente elettrica, con un piccolo tonfo.
Era la lavastoviglie, che aveva deciso di lasciarci senza il suo prezioso aiuto,
andando in corto.
Per farla breve, dottore, il 25 abbiamo finito di lavare i
piatti alle 11 di sera.
Put it in a cool dry…
Put it in a cool dry place
Le origini etimologiche dei Traveling Wilburys sono state oggetto di grandi controversie nei circoli accademici.
Il professore Bobby Sinfield crede che derivino da un gruppo di cantori che, nei tempi medievali, viaggiava sollazzando la popolazione con ballate contemporanee oppure da un gruppo di fabbri che, durante le crociate, erano famosi per districare cinture di castità bloccate (una specie di Pronto intervento).
Così inizia l’intervento del professor Tiny Hampton, responsabile per la ricerca di vita intelligente nel giornalismo rock all’ università di Please Yourself, California, nella busta interna del disco Volume 3 dei Traveling Wilburys.
Il disco in questione è del 1990 e segue un volume 1 del 1988 e un volume 2 di cui si sono perse le tracce. La trilogia raccoglie i pezzi interpretati da questa folta famiglia di cantastorie girovaghi e giunti fino a noi.
In particolare il volume 3 raccoglie le esecuzioni effettuate da Spike, Muddy, Clayton e Boo Wilbury. Ognuno di loro suona la chitarra, prevalentemente una acustica (ma anche elettrica, mandolino, banjo, basso, sitar) canta e compone le canzoni, Spike e Clayton hanno anche prodotto il disco.
La musica che i Traveling Wilburys ci forniscono è un esempio ineguagliato di ballata a più chitarre che si intrecciano con sapienza sotto cori trascinanti, adatto sia ai viaggi in comitiva sia a tener desto il camionista solitario durante il suo duro lavoro di chilometri e chilometri.
Si inizia con She’s my baby, rock puro di cui ognuno dei Wilburys canta una strofa per unirsi tutti insieme nel ritornello e lasciare spazio alla partecipazione di Gary Moore, che regala un assolo indimenticabile.
Si prosegue con Inside out, con lo stesso sistema (strofa da soli e coro insieme), mentre If you belonged to me viene lasciata alla voce solitaria e nasale e all’armonica di Boo Wilbury.
Con The devil’s been busy si ritorna allo schema classico delle canzoni precedenti, mentre 7 deadly sins, con Boo alle strofe e tutti al ritonello, ci riporta agli anni cinquanta, ai lenti guancia a guancia delle feste dei college.
In Poor house nessuno concede agli altri l’onore di cantare da solo. In Where were you last night lo schema torna classico, mentre in Cool dry place a Muddy viene concesso di rivisitare e stravolgere gli schemi del blues, e in New blue moon tutti insieme ci portano in pista per un ballo.
You took my breath away è un esempio di infinite variazioni sullo stesso tema, portate avanti da Clayton con l’aiuto di Spike. Il gran finale è per Wilbury twist, inno della famiglia: nella busta del disco sono anche indicati i passi da eseguire per mantenere la tradizione dei Traveling Wilbury.
Ah, dimenticavo, ognuno dei Traveling Wilburys ha intrapreso una carriera minore e sfortunata, separato dai fratelli, sotto pseudonimo:
-
Boo Wilbury aka Robert Zimmermann ha inciso alcuni noiosi dischi di canzoni di protesta con voce nasale, di canzoni d’amore dal significato oscuro e di inni alla droga travestiti da invocazioni a menestrelli.
-
Spike Wilbury aka George Harrison ha fatto il chitarrista per una famosa boy band (di cui non ricordo il nome) scioltasi dopo pochi anni per non aver saputo crescere con i propri fans e per i dissidi interni tipici degli pseudo artisti preconfezionati dai discografici
-
Muddy Wilbury aka Tom Petty è stato il leader di un gruppo che, tra il finire degli anni 70 e l’inizio degli 80 ha tentato invano di resuscitare quel rock chitarristico vecchio e decrepito, contro la viva e vitale musica disco.
-
Clayton Wilbury aka Jeff Lynne, dopo aver guidato un’orchestra di elettricisti, ha intrapreso una carriera di produttore, di cui non si ricorda un prodotto all’altezza.
La lista (2) …
La lista (2)
Mi è arrivata la lista di Fedele Cane:
D.V.D
- Un lupo mannaro americano a Londra
- The terror (la vergine di cera)
- Due occhi diabolici
- Fog
C.D
- Stan Gezt e Joao Gilberto
- Gaetano Veloso The Best (non farti infinocchiare con la
nuova raccolta del Veloso che costa un sacco di soldi, il best da me
prescelto è in offerta…ed ha un sacco di canzoni anch’esso!)
Libri
- Cattedrale – R.Carver
Quale regalo mi consiglia, dottore?
Posso anche provare il brivido del “fuori lista”, ma in quel caso il regalo deve essere costoso ed entusiasmante:
le ricordo che Fedele è appassionato di film dell’orrore, libri corti e musica rock, italiana e, ultimamente, ha avuto una “cotta” per la musica brasiliana.
La lista …
La lista
Deve sapere, Dottore, che ad ogni Natale, il qui presente Zuck si scambia un regalo con suo cugino in seconda, l’arcinoto Fedele Cane.
È una tradizione che consiste nello scambio, qualche settimana prima dell’evento, di una lista comprendente dischi (per la maggiorparte) e libri
(recentemente la lista di Fedele ha anche una sezione DVD, Zuck, dovendo pagare le sedute, non ha i soldi per comprarsi un lettore).
Ognuno regalerà all’altro una cosa scelta da quella lista.
Questa tradizione si ripete sempre uguale anche ad ogni compleanno (Fedele li compie a Maggio, Zuck ad Ottobre) dal lontano 1985 quando Zuck ricevette con gioia
Little Creatures dei Talkingheads ricambiando Fedele con Promise di Sade.
Questa è la lista che Zuck consegnerà a Fedele Cane (l’asterisco indica dischi che Zuck possiede ma vuole in CD):
- Harvest – Neil Young*
- Rust never sleeps – Neil Young*
- Deja vu – CSN&Y*
- The medicine show – The dream syndicate
- Static transmission – Steve Wynn & the miracle three
- The wind – Warren Zevon
- Sentimental Hygiene – Warren Zevon
- Is this it – The strokes
- Room on fire – The strokes
- Let it be – The replacements
- Revolver – The beatles
- Rubber soul – The beatles
- Let it bleed – The rolling stones*
- Planet waves – Bob Dylan
- John Wesley Harding – Bob Dylan
- The friends of Rachel Worth – The go-betweens
- Bright yellow bright orange – The go-betweens
- Before Hollywood – The go-betweens
- Younger than yesterday – The byrds*
- ROUGH TRADE SHOPS: COUNTRY 1 – Autori vari (grazie ad Aleph)
Dottore, riesce ad indovinare cosa regalerà Fedele Cane a Zuck?
La meglio gioventù
La meglio gioventù
Melodramma.
Infine vi do le solu…
Infine vi do le soluzioni che mancavano al giochino. Le frasi a cui mancava la soluzione erano due:
2. Penso sia meglio chiamare Giovanni, ché sembra che non siano venuti qui per portare la posta.
Neil Young – Powderfinger da Rust never sleeps
9. Io credo che sia così – e le ricerche lo provano – che chi ha fottuto suore prima o poi si unirà alla chiesa.
The Clash – Death or glory da London Calling
E ora, egregi dottori, cosa mi dite?
Regali di Natale…
Regali di Natale
Irvine Welsh – Colla – 2001
Quattro bambini crescono nella Corea di Edimburgo degli anni 70, quartiere popolare di fama pessima.
La loro amicizia sopravviverà fino ai giorni nostri nonostante le diverse strade intraprese.
- Andrew Galloway, il piccoletto con il padre in prigione e il coltellino mai usato in tasca.
- Billy Birrell, l’atleta che sogna di fare il calciatore ma diventerà pugile.
- Carl Ewart, la cui passione per la musica è ereditata dal padre.
- Terry Lawson, spaccone con il chiodo fisso del sesso.
Tutti sono segnati dal fatto di essere nati in un quartiere malfamato: torneranno lì, indipendentemente dalle capacità e dai talenti posseduti.
Colla di Irvine Welsh è un ottimo romanzo: il linguaggio è quello di Trainspotting (ho la gola secca come la fica di una suora o qualcosa del genere), ma la scrittura si è fatta meno anfetaminica e più descrittiva.
La tecnica è sempre quella dell’affresco corale, visto alternativamente dai punti di vista di ogni protagonista e dallo sguardo oggettivo del narratore.
Su circa 600 pagine di romanzo ci sono momenti di stanca, come tutto il girovagare del gruppo in compagnia della cantante anoressica, ma ci sono anche brani che solo Welsh riesce a rendere con verità ed emozione, come la rissa scatenata infiltrandosi nella curva avversaria,
la disperazione non disperata del sieropositivo, la techno e l’amore universale nei rave dipendenti dall’Exctasy, il taciturno Billy contro il ciarlone Terry.
E soprattutto una grande verità : per la maggiorparte del tempo gli amici li detesti, non li ami. Stai con loro perché non hai altro con cui stare, non hai un altro posto dove andare, non hai altre cose da fare.
Coprorevisionismo
Coprorevisionismo
– Ciò che Excalibur mi ispira –
I morti non sono tutti uguali, se muore un pezzo di merda, è morto un pezzo di merda.
E se uno uccide un pezzo di merda, è un pezzo di merda.
Regali di Natale…
Regali di Natale
The dream syndicate – Live at Raji’s – 1989
Dopo quaranta secondi di attesa e di presentazioni: “Ladies and Gentlemen, here are the fabulous Dream syndicate” e parte la chitarra distorta con il meraviglioso attacco di “Still holding on to you“, e siamo dentro al Raji’s – Hollywood California, insieme al gruppo di Steve Wynn, autore di canzoni in cui rock, rumore e romanticismo si mescolano in un calderone infernale.
Sentiamo la tecnica, la passione e il sudore di una esibisione senza risparmio fin dalle prime note del riff.
“Nessuno uscirà vivo di qui” parafrasando una biografia del Re Lucertola, sembra urlare la chitarra di Paul B.Cutler incrociandosi con quella del leader, o perlomeno non uscirà di qui la stessa persona che era entrata.
E, alla fine del primo pezzo, hai già voglia di premere il tasto repeat del telecomando del lettore, ma “Forest for the trees” inizia prima che ti sia ripreso ed è obbligatorio avventurarsi in questa foresta.
La filastrocca distorta di “Until lately” prelude al ritmo sferragliante di “That’s what you always say“, un pezzo del primo disco della band “The days of wine and roses”, farcito di assoli dissonanti.
È il momento di “Burn” e, dopo pochi secondi di intro chitarristico, i poveracci che, come il sottoscritto, non sanno strimpellare una chitarra, si ripromettono di imparare al più presto, per poter esprimere tutto quello che hanno dentro, tutti i sentimenti che grondano dal proprio cuore inascoltato, tutta la rabbia che attanaglia i propri nervi non sfogati.
Poi, tutti calmi, è il momento di “Merrittville“. Chi ci ha lasciato da soli, d’estate, in questa cittadina, e perché? È la voce che lo chiede, ma è la chitarra che ti fa sentirne lo strazio.
E ritornano i giorni del vino e delle rose: caos e ritmo, ballata e urla, assoli e feedback. “The days of wine and roses” ci trascina al delirio visionario di “The medicine show” quasi nove minuti di psichedelia e ripartenze, di corde grattate e distorsioni oniriche su un ritmo ossessivo.
Non possono continuare, loro sono allo stremo come noi che ascoltiamo, ma riprendono, esplodono come James Brown nei suoi concerti, ma senza scadere nella farsa.
Dalle nebbie del Medicine show si arrive ad “Halloween“, ballata acida in cui la voce di Wynn perde la tramontana e urla scomposta, trascinando con se’ tutti gli strumenti.
“Boston” è la canzone che Bruce Springsteen scriverebbe se avesse amato di più Neil Young, un magnifico inno che ti costringe a gridare con loro “I don’t wanna be here anymore”.
Per “John Coltrane stereo blues” entra anche l’armonica di Peter Case ed è il gran finale sia di un concerto memorabile sia di un gruppo che ha reinventato il rock negli ottanta del trionfo pop.
Steve Wynn continuerà come solista o in fugaci esperienze di band (i Gutterball) a portare il suo stile cantautorale e chitarristico fino ai giorni nostri, tra l’ altro “Here come the miracles” del 2001 è un capolavoro, ma la purezza e l’ingenuità che traspaiono nei solchi di questo live non si ripeteranno mai più.
Ma perchè la sera del 31 Gennaio 1989 non eravamo ad Hollywood California, al Raji’s?