Il dio della scopata

scopataC’è chi parte alla ricerca di se stesso, chi del santo graal, chi del codice Da Vinci e chi, più prosaicamente, del dio della scopata. È questo che fa il protagonista giornalista del romanzo omonimo, scritto di getto in una settimana da Ben Myers. E il dio della scopata è una pop star, modellata su Marilyn Manson, equivoca e provocatoria, che vive misteriosamente appartato e sconvolge il mondo dei benpensanti. Ma, come in tutte le quest che si rispettino, l’importante non è raggiungere la meta, ma il cammino stesso.
Un bel romanzo, ironico, paradossale e sconclusionato, un ottimo esempio di Gonzo journalism, con lo spirito di Hunter S Thompson che scruta e annuisce da lassù.

Purtroppo…

Non posso partecipare alla notevole iniziativa di MoltoMondiale, aggregatore tematico di post sul mondiale.

Questo perché i simpatici feed di splinder sono troncati (nella versione aggratis) e non possono essere analizzati dal motore intelligente del mitico Hyle e Mezzomondo.
E inoltre, pare che i feed di splinder siano inutilizzabili per un sacco applicazioni e quindi mi unisco alla campagna di Tambu e Kurai:
 campagna pro feed

Update: Grazie a BlogItalia e feedburner ho messo a posto i feed (tranne il titolo, vabbè).
Ri-Update: Adesso dovrebbe essere tutto a posto. Sperèm!

Marito dell’anno!

Dalla sera della partita Italia-Ghana sono passati alcuni giorni, cari i miei dottori e commissari tecnici, ma il vostro caro padrone di casa ha dovuto metabolizzare l’accaduto prima di potervene riferire con la dovuta distanza.
E cosa è mai successo, vi chiederete voi.
Niente di che, nulla che esuli dal consueto andirivieni di gioie e dolori, avvenimenti epocali e stronzate miserrime che caratterizza la vita di ognuno di noi, sia che abbia una laurea in medicina come voi o un dottorato in vaniloquio come me.
Solo che, di ritorno da una durissima giornata di lavoro, passata per lo più a guardare con preoccupazione sul sito di Repubblica le formazioni probabili della nostra nazionale, ed entrato trionfante in casa, con una menabrea ghiacciata in una mano e una moretti freddissima nell’altra, mi apprestavo a togliermi gli abiti da lavoro per mettermi in mutande ascellari e canotta pezzata davanti alla televisione con una pizza surgelata da ciucciare poggiata sul divano.
La smilza, compagna mai abbastanza lodata della mia perigliosa vita, mi si è palesata di fronte, con un sorriso che già doveva farmi intuire l’abisso, e mi ha chiesto se avevo voglia di chiamare i nostri cari amici.
Il vostro beneamato, a quel punto, ha pensato a quanto fosse stato fortunato quell’undici settembre di sette anni fa a sposare un siffatto gioiello dell’altro sesso, che, pur odiando il calcio con tutto il suo essere, permetteva a lui ed ai suoi cavernicoli amici di impilare vuoti a rendere e sbraitare davanti al teleschermo per tutta la sera.
E, invece, come avete già intuito, cari miei dottori, le intenzioni della degna discendente di Eva erano ben altre. Nella mano portava un dvd affittato poche ore prima e gli amici che voleva chiamare non erano quelli della bettola all’angolo ma quelli del cinema d’essay del centro e le intenzioni erano quelle di vedere un film.
Alla richiesta di spiegazioni sul fatto che affittasse un film dopo circa dodici mesi dall’ultimo noleggio e proprio nella sera del’esordio della nazionale, la santa moglie del buon Zuck manifestava la propria ignoranza sul calendario di Germania 2006 con una innocenza paragonabile solo a quella del mostro di Milwaukee.
E Zuck ci sarebbe cascato, fuorviato come al solito dal sorriso dispiaciuto e dagli occhi tristi dalla smilza, se il lungometraggio in questione fosse stato almeno del calibro de L’allenatore nel pallone o Mezzo destro mezzo sinistro. Invece, udite udite, la pellicola noleggiata era La mala educacion di Pedro Almodovar.
E così, invece di vedere i tiri mirabili di Pirlo o le zampate in contropiede di Iaquinta , il vostro caro Zuck ha passato la serata di Lunedì a vedere preti pedofili e travestiti in crisi di astinenza.
Ma per lo meno, spero di essermi aggiudicato il premio di marito dell’anno.

Sogni di sesso e stage diving

Sogni di sesso e stage divingElfish, protagonista di Sogni di sesso e stage diving di Martin Millar, è una squatter londinese egoista (S-Elfish?) e lercissima.
Per ottenere di poter chiamare il proprio gruppo musicale Queen Mab deve imparare a memoria e recitare davanti ad una  folta platea il monologo scespiriano della Regina Mab da Romeo e Giulietta. Per raggiungere i suoi scopi Elfish mente, ruba, inganna e sfrutta i sogni frustrati dei componenti del sottobosco suburbano che le ruota attorno. Ma, magicamente, ogni cattiva azione della ragazza si tramuta in un beneficio per chi la subisce. E così, si arriva alla fatidica sera del monologo.
Che, cari i miei venticinque dottori, non vi rivelerò se andrà a buon fine.
Vi basti sapere che, se vi piacciono le fiabe con protagonisti che non si lavano (Shrek?), si ubriacano e fanno sesso in configurazioni variabili (?), questo è il romanzo che fa per voi.
Se, come il vostro qui presente, siete un pochino cresciuti per le favole e siete una punta schizzinosi, non fatevi ingannare dallo strillo di copertina che riporta una frase di nientepopodimenoché Jonathan Coe.

Festival intenazionale della poesia

locandinaCome tutti gli anni, al limitare dell’estate, a Genova si svolge il prestigioso Festival internazionale della poesia.
Ci saranno eventi speciali lungo tutti i sette giorni dal 15 al 22 Giugno.
Quest’anno, dottori cari, anche Zuck partecipa, straparlando a proposito di risorse per il web 2.0, nel corso della giornata dedicata ai blog alla Biblioteca Berio.
Quindi, miei cari, partecipate agli eventi del Festival intenazionale della poesia e, se il 16 Giugno non avete proprio nulla da fare, venite a sentire il vostro Zuck.

Dies Irae

Dies Irae di Giuseppe Genna è un romanzo fiume che descrive l’italia degli ultimi veCopertina Dies Iraenticinque anni attraverso le storie intrecciate di Paola, una squatter dai traumi irrisolti, Monica, una figlia di papà e moglie di dirigente Mediaset e dello stesso Genna, che si descrive come uno squinternato che passa da  occupare abusivamente un appartamento a essere in missione per i servizi segreti.
La prima parte. che descrive la tragedia di Vermicino come punto di partenza dell’Italia attuale è veramente tesa e agghiacciante. Ma, purtroppo, superate le trecento pagine (di settecento e più che lo compongono), il romanzo diventa noioso e ritrito. L’idea di fare uno spaghetti Underworld non era peregrina, ma Genna non pare possedere le qualità di De Lillo. Il complotto che regge tutta la trama lo si capisce dopo le prime cento pagine ed il resto…
Il resto, per il mio modesto parere, dottori, è stato un saltare paragrafi per arrivare alle fine.
Inoltre, la storia è inframezzata da capitoli di un ipotetico romanzo di fantascienza che Genna dice di aver scritto durante tutti questi venticinque anni e che non pubblicherà mai.
Beh, non ne sentirò la mancanza.

Grazie a Poldo che mi ha prestato il libro.