Marito dell’anno!

Dalla sera della partita Italia-Ghana sono passati alcuni giorni, cari i miei dottori e commissari tecnici, ma il vostro caro padrone di casa ha dovuto metabolizzare l’accaduto prima di potervene riferire con la dovuta distanza.
E cosa è mai successo, vi chiederete voi.
Niente di che, nulla che esuli dal consueto andirivieni di gioie e dolori, avvenimenti epocali e stronzate miserrime che caratterizza la vita di ognuno di noi, sia che abbia una laurea in medicina come voi o un dottorato in vaniloquio come me.
Solo che, di ritorno da una durissima giornata di lavoro, passata per lo più a guardare con preoccupazione sul sito di Repubblica le formazioni probabili della nostra nazionale, ed entrato trionfante in casa, con una menabrea ghiacciata in una mano e una moretti freddissima nell’altra, mi apprestavo a togliermi gli abiti da lavoro per mettermi in mutande ascellari e canotta pezzata davanti alla televisione con una pizza surgelata da ciucciare poggiata sul divano.
La smilza, compagna mai abbastanza lodata della mia perigliosa vita, mi si è palesata di fronte, con un sorriso che già doveva farmi intuire l’abisso, e mi ha chiesto se avevo voglia di chiamare i nostri cari amici.
Il vostro beneamato, a quel punto, ha pensato a quanto fosse stato fortunato quell’undici settembre di sette anni fa a sposare un siffatto gioiello dell’altro sesso, che, pur odiando il calcio con tutto il suo essere, permetteva a lui ed ai suoi cavernicoli amici di impilare vuoti a rendere e sbraitare davanti al teleschermo per tutta la sera.
E, invece, come avete già intuito, cari miei dottori, le intenzioni della degna discendente di Eva erano ben altre. Nella mano portava un dvd affittato poche ore prima e gli amici che voleva chiamare non erano quelli della bettola all’angolo ma quelli del cinema d’essay del centro e le intenzioni erano quelle di vedere un film.
Alla richiesta di spiegazioni sul fatto che affittasse un film dopo circa dodici mesi dall’ultimo noleggio e proprio nella sera del’esordio della nazionale, la santa moglie del buon Zuck manifestava la propria ignoranza sul calendario di Germania 2006 con una innocenza paragonabile solo a quella del mostro di Milwaukee.
E Zuck ci sarebbe cascato, fuorviato come al solito dal sorriso dispiaciuto e dagli occhi tristi dalla smilza, se il lungometraggio in questione fosse stato almeno del calibro de L’allenatore nel pallone o Mezzo destro mezzo sinistro. Invece, udite udite, la pellicola noleggiata era La mala educacion di Pedro Almodovar.
E così, invece di vedere i tiri mirabili di Pirlo o le zampate in contropiede di Iaquinta , il vostro caro Zuck ha passato la serata di Lunedì a vedere preti pedofili e travestiti in crisi di astinenza.
Ma per lo meno, spero di essermi aggiudicato il premio di marito dell’anno.

Sogni di sesso e stage diving

Sogni di sesso e stage divingElfish, protagonista di Sogni di sesso e stage diving di Martin Millar, è una squatter londinese egoista (S-Elfish?) e lercissima.
Per ottenere di poter chiamare il proprio gruppo musicale Queen Mab deve imparare a memoria e recitare davanti ad una  folta platea il monologo scespiriano della Regina Mab da Romeo e Giulietta. Per raggiungere i suoi scopi Elfish mente, ruba, inganna e sfrutta i sogni frustrati dei componenti del sottobosco suburbano che le ruota attorno. Ma, magicamente, ogni cattiva azione della ragazza si tramuta in un beneficio per chi la subisce. E così, si arriva alla fatidica sera del monologo.
Che, cari i miei venticinque dottori, non vi rivelerò se andrà a buon fine.
Vi basti sapere che, se vi piacciono le fiabe con protagonisti che non si lavano (Shrek?), si ubriacano e fanno sesso in configurazioni variabili (?), questo è il romanzo che fa per voi.
Se, come il vostro qui presente, siete un pochino cresciuti per le favole e siete una punta schizzinosi, non fatevi ingannare dallo strillo di copertina che riporta una frase di nientepopodimenoché Jonathan Coe.