Per i miei 25 dottori che pensavano avessi terminato la terapia, mi sono solo assentato per un paio di settimane.
Zuck, Smilza, Badòn e Pigua sono stati a Porto Sa Ruxi, località all’estremo sud-est della Sardegna. Bel posto, di cui vi faccio vedere il mare. Ho ritrovato il posto su Google maps, la casa è al centro con la freccia, mentre la spiaggia è quella a sinistra.
Adesso su, si ricomincia!
Mese: Luglio 2006
Addio Syd
Non per fare il polemico ad ogni costo, dottore, ma quanti hanno scritto parole commoventi sul loro blog sulla morte di Syd Barrett ricordano una sua canzone? Non dico nelle versioni Ummagummiche e posteriori dei Pink Floyd post-syd, dico una canzone da The piper at the gates of Dawn.
Secondo me pochi pochi pochi.
Questo perché Il primo disco dei Pink Floyd e l’unico, o quasi, con Syd vivo e vegeto e non vegetale, è un disco difficile, lontano anni luce dalla soft musica intellettual-sottofondo da baccaglio che hanno prodotto i suoi compari all’apice del successo. Lontana anni luce nel senso che, mentre la musica dei Pink Floyd anni settanta si libra tre metri sopra il cielo (in certi casi con la profondità dell’omonimo romanzo) per psicoanalizzare il bassista, le composizioni su The piper stanno in una galassia lontana, a flirtare con una supernova e un sole morente (purtroppo ci stava anche la mente di Syd e non è più riuscito a tornare) per poi tornare fugacemente sulla terra per farsi un giro su una bici, parlando di gnomi e spaventapasseri.
Per fare un esempio, in modo che anche lei dottore possa capire, se io, imberbe teenager, avessi invitato una squinzia in camera mia, e, spenta la luce, avessi messo The dark side of the moon sul piatto, sarei potuto passare per l’intellettuale olofonico che poteva cedere ai piaceri della carne. Se invece avessi messo The piper at the gates of dawn sarei passato per un pazzo appassionato di satanismo con una vena bambinesca che cercava di stuprarla.
Comunque, addio Syd.
XTC – Dear God
I padroni della notte
Il ragazzo è sicuramente colpevole ma anche vittima di una società opprimente, fin dalla struttura del quartiere, costruito sul finire dei sessanta con concetti da alveare, come viene descritto con precisione da Hoyle nel primo capitolo del libro.
Un libro verità che, pur scritto nel 1975, ci insegna moltissimo sulla società odierna.
Before I sputter out
Purtroppo io sarò in Sardegna. Ma non posso che consigliarvi caldamente di andare ad ascoltarli. Anticipazioni non ne posso fare, possono passare da esibirsi con un quartetto d’archi, come accaduto quest’inverno a Milano, a fare casino con chitarre e campionamenti.
Gli Eels sono una one man band formata da Mark Oliver Everett con diversi musicisti. Ha pubblicato 6 album di studio di cui l’ultimo è un doppio CD con 33 canzoni, Blinking lights and other revelations.
Miglior album del 2005, secondo il mio modesto parere.