Ah! I particolari…

Molte volte alcuni particolari fanno pensare, dottori miei.
Ad esempio, il presidente del più grande stato nemico della democrazia è stato eletto a suffragio universale come quello della più grande democrazia. Ambedue con qualche sospetto di brogli.
Solo che, per essere presidente dell’Iran, è sufficiente essere figlio di un fabbro.
Per essere presidente degli USA, al contrario, beh, è sufficiente essere figlio di un altro presidente.

Walter lo stakanovista?

Tutti a chiedersi, ma come fa, ma dove trova il tempo per scrivere, con tutti gli impegni che ha il sindaco di Roma, eccetera eccetera.
Bene, dottori, per cercare una risposta a questi interrogativi che attanaglianano le fervide menti di tutti i migliori critici italiani, il vostro Zuck è andato da Feltrinelli e, aiutato dallo spirito dell’inventore del metodo sperimentale, ha raccolto gli ultimi tre volumi pubblicati da Walter Veltroni.
Con i potenti mezzi scientifici a sua disposizione, senza perdere tempo per andare in un laboratorio acconcio, ha proceduto in loco, cioè su un divanetto della suddetta libreria alla misurazione dello sforzo che il magnifico sindaco della città eterna deve aver compiuto negli ultimi anni.
Nella tabella seguente ci sono i risultati delle misurazione che, come tutti sanno, sono sempre affette da un errore sperimentale.

Titolo Pagine Righe Battute Caratteri
Senza Patricio 124 30 45 167400
Forse Dio è malato 135 30 45 182250
La scoperta dell’alba 150 30 45 202500

Tornato a casa, per avere un parametro di confronto attendibile, Zuck ha estratto dalla sua scalcagnata libreria l’Urania numero 1504, in cui il vostro beneamato ricordava di aver visto il regolamento di un concorso per romanzi. Qui sotto vengono riportati i requisiti che deve avere un romanzo per partecipare al concorso.

Pagine Righe Battute Caratteri
Minimo 250 30 60 450000
Massimo 350 30 60 630000

Come si evince dalle nude e incontrovertibili cifre, il grande stakanovista e instancabile Walter Veltroni dovrebbe sommare tutti e tre i romanzi o saggi che ha prodotto negli ultimi anni per arrivare ai requisiti MINIMI per partecipare ad un qualunque concorso per romanzi.
D’accordo, d’accordo, la quantità non è tutto, dottore, ha ragione. Ma sulla qualità i metodi scientifici non possono nulla.

Purtroppo…

Non posso partecipare alla notevole iniziativa di MoltoMondiale, aggregatore tematico di post sul mondiale.

Questo perché i simpatici feed di splinder sono troncati (nella versione aggratis) e non possono essere analizzati dal motore intelligente del mitico Hyle e Mezzomondo.
E inoltre, pare che i feed di splinder siano inutilizzabili per un sacco applicazioni e quindi mi unisco alla campagna di Tambu e Kurai:
 campagna pro feed

Update: Grazie a BlogItalia e feedburner ho messo a posto i feed (tranne il titolo, vabbè).
Ri-Update: Adesso dovrebbe essere tutto a posto. Sperèm!

Marito dell’anno!

Dalla sera della partita Italia-Ghana sono passati alcuni giorni, cari i miei dottori e commissari tecnici, ma il vostro caro padrone di casa ha dovuto metabolizzare l’accaduto prima di potervene riferire con la dovuta distanza.
E cosa è mai successo, vi chiederete voi.
Niente di che, nulla che esuli dal consueto andirivieni di gioie e dolori, avvenimenti epocali e stronzate miserrime che caratterizza la vita di ognuno di noi, sia che abbia una laurea in medicina come voi o un dottorato in vaniloquio come me.
Solo che, di ritorno da una durissima giornata di lavoro, passata per lo più a guardare con preoccupazione sul sito di Repubblica le formazioni probabili della nostra nazionale, ed entrato trionfante in casa, con una menabrea ghiacciata in una mano e una moretti freddissima nell’altra, mi apprestavo a togliermi gli abiti da lavoro per mettermi in mutande ascellari e canotta pezzata davanti alla televisione con una pizza surgelata da ciucciare poggiata sul divano.
La smilza, compagna mai abbastanza lodata della mia perigliosa vita, mi si è palesata di fronte, con un sorriso che già doveva farmi intuire l’abisso, e mi ha chiesto se avevo voglia di chiamare i nostri cari amici.
Il vostro beneamato, a quel punto, ha pensato a quanto fosse stato fortunato quell’undici settembre di sette anni fa a sposare un siffatto gioiello dell’altro sesso, che, pur odiando il calcio con tutto il suo essere, permetteva a lui ed ai suoi cavernicoli amici di impilare vuoti a rendere e sbraitare davanti al teleschermo per tutta la sera.
E, invece, come avete già intuito, cari miei dottori, le intenzioni della degna discendente di Eva erano ben altre. Nella mano portava un dvd affittato poche ore prima e gli amici che voleva chiamare non erano quelli della bettola all’angolo ma quelli del cinema d’essay del centro e le intenzioni erano quelle di vedere un film.
Alla richiesta di spiegazioni sul fatto che affittasse un film dopo circa dodici mesi dall’ultimo noleggio e proprio nella sera del’esordio della nazionale, la santa moglie del buon Zuck manifestava la propria ignoranza sul calendario di Germania 2006 con una innocenza paragonabile solo a quella del mostro di Milwaukee.
E Zuck ci sarebbe cascato, fuorviato come al solito dal sorriso dispiaciuto e dagli occhi tristi dalla smilza, se il lungometraggio in questione fosse stato almeno del calibro de L’allenatore nel pallone o Mezzo destro mezzo sinistro. Invece, udite udite, la pellicola noleggiata era La mala educacion di Pedro Almodovar.
E così, invece di vedere i tiri mirabili di Pirlo o le zampate in contropiede di Iaquinta , il vostro caro Zuck ha passato la serata di Lunedì a vedere preti pedofili e travestiti in crisi di astinenza.
Ma per lo meno, spero di essermi aggiudicato il premio di marito dell’anno.

Qualcuno lo spieghi al titolista

Uccisa per un mp3 titola Repubblica e uno pensa: Dottori, dove andremo a finire, la pirateria musicale sta distruggendo la nostra civiltà occidentale: uccidere per un mp3?
Poi si legge l’articolo e capisce: uccisa per il possesso di un lettore mp3, che è come dire: uccisa per  200 Euro. Che sono più di 99 centesimi.

Nota per il titolista di repubblica: 99 centesimi sono il prezzo di un brano mp3 su iTunes (anzi non è mp3, è anche un formato migliore)

In memory of Grant McLennan

Dottori, dei Go-betweens non conoscevo nulla. Sì, certo, acquistando il Mucchio li avevo già sentiti nominare e apprezzare come artefici di un pop-rock cristallino nell’epoca dei sintetizzatori anni ’80.McLennan
Non avevano avuto la fortuna dei cugini inglesi Smiths di cui condividevano l’amore per le melodie chitarristiche e la letteratura. Loro, australiani e proprio per questo più affascinanti, avevano sciorinato una serie di 33 giri, da Send me a lullaby  a 16 lovers’ lane, che avevano fatto la gioia dei cultori del pop degli anni 80. Soprattutto di quello sfortunato, quello che, pur avendone tutte le potenzialità, non ha mai raggiunto le vette delle classifiche.
Gli anni novanta avevano visto scomparire ogni traccia del gruppo, che si poteva riassumere in due persone, come tutti i grandi gruppi. Lennon-McCartney, Jagger-Richards, Partridge-Moulding e, per i Go-betweens, Forster-McLennan.
Ma come una buona semente, all’albore del nuovo millennio, la pianta australiana ah cominciato a dare i propri frutti, nello specifico una serie di gruppi che, più o meno dichiaratamente, si rifacevano ai Go-betweens. Primi fra tutti, osannati da ogni snob che si rispetti, i Belle and Sebastian. E allora, cari dottori, i Go-betweens hanno ricominciato a publicare dischi. Di The friends of Rachel Worth (2000) mi capitò di sentire Magic in here, di una semplicità disarmante, mentre di Bright Yellow Bright Orange (2003) sentii la lenta evoluzione di Too much of one thing.
Così, quando uscì Oceans apart (2005), ne acquistai, senza nessuna esitazione, la versione deluxe, con un dischetto dal vivo in più. E non avevo sbagliato, cari miei.
Un disco superbo, con almeno un paio di capolavori, la perfetta Here comes the city e la dolcissima No reason to cry. E le performance dal vivo sul bonus cd non facevano altro che confermare la bontà del resto della loro produzione.
Ed ero pronto ad acquistare ogni loro nuovo cd. Ma non potrò, perché, nella brutta notte del 6 Maggio, Grant McLennan è morto nel sonno.
Con lui se ne è andato uno dei più grandi songwriter degli ultimi trentanni. E se ne dubitate, ascoltate un qualunque loro disco, oppure chiedete agli U2, a Carolina di Monaco, a Jonathan Demme, a Ed Norton o Glenn Close.
Oppure chiedetevi perché una company della serie 24 si chiama Forster-McLennan.

Oh bella!

Lo sapete che
Alice ti manda a casa un modem adsl in modo COMPLETAMENTE GRATUITO per proteggerti dalle FRODI TELEMATICHE
*?
È come se un concessionario ti dicesse
Punto ti fornisce un volante in modo COMPLETAMENTE GRATUITO per proteggerti dai PIRATI DELLA STRADA
.
* Esatte parole dell’operatrice del call center