Ieri sera ho visto La finestra di fronte in…

Ieri sera ho visto La finestra di fronte in un cinema all’aperto, mi sentivo poco “in”, non avendo l’autan da spruzzarmi addosso. A parte l’insistenza sui primissimi piani degna dei migliori film porno, mi è sembrato un film un po’ melenso, con una storia bella e convincente (quella di Massimo Girotti) ed una risaputa (quella di Bova-Mezzogiorno). A parte il fatto che se hai il numero di cellulare di uno non devi precipitarti giù dalle scale fino in strada per fermarlo, basta che gli telefoni. E poi, dottore, le donne sono proprio così? Tra farsi Raoul Bova e diventare pasticciera scelgono la seconda?

Un post di x§°nalità c°nfu§a mi ha fatto…

Un post di x§°nalità c°nfu§a mi ha fatto venire in mente il rapporto dei miei amici dei vent’anni con la musica che ascoltavo (e che ascolto tuttora). In poche parole, la musica che piaceva a me ripugnava a loro (e viceversa, naturalmente). Ogni tanto, quando avevamo da fare un lungo viaggio in macchina oppure una piccola vacanza (vacanze lunghe non ne abbiamo mai fatto, pochi soldi) io prendevo coraggio e portavo una cassetta, accuratamente scelta o addirittura appositamente compilata per l’occasione. Purtroppo l’autoradio o lo stereo portatile diventavano irraggiungibili appena mi azzardavo a dire: potremmo mettere qualcosa che ho portato io, ragazzi. E così mi sono sorbito:

  • Eros Ramazzotti: Musica è
  • Luca Carboni: Quello con Farfallina
  • Luca Carboni: Persone silenziose
  • Europe: The final Countdown
  • Michele Zarrillo: Non so il titolo
  • Umberto Tozzi: Invisibile
  • Def Leppard: Hysteria
  • …e molti altri
  • Dovevo proprio voler bene ai miei amici per sopportare l’heavy rotation dell’album di Tozzi.
    In compenso mi vendicavo portando sempre cassette che sapevo che a loro avrebbero rivoltato lo stomaco. Penso che la vetta di questa tortura fu quando, sull’orlo di una crisi di nervi per il quarto ascolto consecutivo di Persone silenziose, ho costretto Gua, che guidava la sua Uno di ritorno da Milano, ad ascoltare i primi tre album dei Chesterfield Kings. Dottore, se non li conosce, i Chesterfield Kings sono questi:
    The Chesterfield Kings in concerto
    Anche lui mi doveva voler bene, se non mi abbandonò sulla prima piazzola dell’autostrada come un cane.
    Ogni tanto, però avevo qualche sparuto successo. Per esempio, quando Losing my religion arrivò alle orecchie di tutti, potevo vantarmi di avere tutti i dischi dei REM fino da Murmur, e mi prodigai per fare cassette di Out of time a tutti, riempiendo la spazio vuoto con Maps and legends, Wendell Gee, Radio Free Europe, So. central rain, I believe e così via. Ma loro continuavano a preferire Shiny happy people! Un’altra volta, Diogo smanettava con l’autoradio e io immaginavo stesse cercando l’ultima dei Neri per caso, quando si ferma, esclamando: Questa sì che mi piace! Era The disappointed (XTC). Nel tempo in cui lui si girava, io ero già svanito in una nuvoletta di fumo, e dopo un attimo tornavo con una cassetta con Nonsuch e qualcosa del meglio del gruppo: te la regalo, sono fantastici! Una settimana dopo, su quella cassetta c’erano i successi di Umberto Balsamo. Il maggiore successo l’ottennero gli Housemartins, la cui cassetta con il meglio (in pratica ci stava tutto il pubblicato) registrata da me fu l’unica ad andare consumata durante i viaggi sull’auto di Luis.
    Purtroppo sentivamo (e stavamo cantando a squarciagola) quella quando travolgemmo un vecchietto che usciva da un bar. Così non la sentimmo più tanto spesso, dottore, anche perché ogni volta che Paul Heaton cantava “and the light they always show to them is green green green”, noi vedevamo il sangue schizzare sul parabrezza.

    Un post di Poldo mi ha chiarito le idee,…

    Un post di Poldo mi ha chiarito le idee, dottore. ecco qual è il mio problema: la frase giusta, la risposta ficcante, non è che non mi viene, sarebbe il meno. È che mi viene dopo, quando non è più il momento quando chi se la merita (perché ce ne sono che se la meritano, eccome) non c’è più, quando sono per le scale, come ho sentito dire non so più da chi. E così passo le mie giornate a rimuginare, a pensare: dovevo rispondere in questo modo, avrei dovuto dirgli questo. C’è una cura, per questo?

    Dottore, sono tornato al lavoro, e di…

    Dottore, sono tornato al lavoro, e di conseguenza, anche alla cura che mi è stata prescritta. Le vacanze sono state rilassanti solo nella seconda settimana, dottore, e ho avuto occasione di leggere alcuni libri, le consiglio Romanzo Criminale di DeCataldo. Mio fratello mi ha detto che si ispira alle vicende, che mischiano mafia, servizi segreti e criminalità comune della banda della Magliana che insanguinò Roma negli anni 80. A parte alcune imprecisioni sui riferimenti musicali, che a me stanno molto a cuore (una glorificazione di Ramazzotti, blasfemia!!!) è un thriller che deve molto ad Ellroy, secondo il mio modeso parere. Dello stesso aurore, di una decina di anni fa, è “Nero come il cuore”, che deve qualcosa a Chandler. Da leggere, anche perché l’autore è un magistrato!!!