Dies Irae di Giuseppe Genna è un romanzo fiume che descrive l’italia degli ultimi venticinque anni attraverso le storie intrecciate di Paola, una squatter dai traumi irrisolti, Monica, una figlia di papà e moglie di dirigente Mediaset e dello stesso Genna, che si descrive come uno squinternato che passa da occupare abusivamente un appartamento a essere in missione per i servizi segreti.
La prima parte. che descrive la tragedia di Vermicino come punto di partenza dell’Italia attuale è veramente tesa e agghiacciante. Ma, purtroppo, superate le trecento pagine (di settecento e più che lo compongono), il romanzo diventa noioso e ritrito. L’idea di fare uno spaghetti Underworld non era peregrina, ma Genna non pare possedere le qualità di De Lillo. Il complotto che regge tutta la trama lo si capisce dopo le prime cento pagine ed il resto…
Il resto, per il mio modesto parere, dottori, è stato un saltare paragrafi per arrivare alle fine.
Inoltre, la storia è inframezzata da capitoli di un ipotetico romanzo di fantascienza che Genna dice di aver scritto durante tutti questi venticinque anni e che non pubblicherà mai.
Beh, non ne sentirò la mancanza.
Grazie a Poldo che mi ha prestato il libro.