Dottore, con qualche giorno di ritardo…

Dottore, con qualche giorno di ritardo (dannazione !!!), anche io aderisco alla petizione contro i brevetti nel software.
Il 27 Agosto tutti i siti che ospitano free software (provate a visitare Apache o Debian) hanno cambiato la loro homepage in una che spiegava i motivi della protesta. Purtroppo zuck non gestisce la propria homepage e quindi non può far altro che lamentarsi anche su questo argomento.
Ecco il testo della petizione:

Questa petizione è diretta al Parlamento Europeo; il suo scopo è
avvertire le autorità europee dei pericoli dei brevetti sul
software. Questa petizione è sostenuta dalla EuroLinux Alliance, nonché da aziende e
associazioni ‘open source’ europee. Siete invitati a distribuire questa
petizione a tutti coloro che potrebbero essere interessati
Sono preoccupato dai progetti in
corso
per legalizzare in Europa i brevetti sul software, tenuto conto
degli effetti dannosi sull’innovazione e la
concorrenza
.

Sono preoccupato del possibile
utilizzo dei brevetti sul software
per arrivare a brevettare metodi
d’affari, educativi, sanitari, ecc.

Sono preoccupato per gli abusi ripetuti
dell’Ufficio Europeo dei Brevetti, soprattutto per la sua tendenza ad
abusare del proprio potere discrezionale per estendere surrettiziamente il
campo di applicazione dei brevetti.

Sono sorpreso che non sia mai stato pubblicato dalle autorità europee
nessuno studio sull’impatto dei brevetti software sull’innovazione e la
competizione.

Chiedo a tutte le autorità politiche europee, a qualsiasi livello, di far
applicare la legge che vieta espressamente la
brevettabilità di programmi esclusivamente informatici
, invece di
tentare di cambiarla.

Chiedo a tutte le autorità politiche europee, a qualsiasi livello, di
riconsiderare i loro piani in corso e di far sě che non si abusi dei
brevetti per proibire o restringere la diffusione di programmi informatici
o di metodi intellettuali.

E su thegnueconomy, mantellini e le varie blogstars nessuna parola su questo.
Ci siamo scelti degli ottimi guru, dottore.

Bello, La casa del sonno, di Jonathan Coe….

Bello, La casa del sonno, di Jonathan Coe. Trama ben architettata, sorpresa finale (anche se, dottore, riesco sempre a intuirla prima), piccole riflessioni, spunti umoristici, insomma il solito bel campionario che caratterizza anche La banda dei brocchi (il migliore), La famiglia Winshaw, L’amore non guasta, Donna per caso (appena sufficiente).
Ma adesso, i personaggi timidi, impacciati, introversi mi hanno un po’ rotto le balle, dottore.

Ieri sera ho visto La finestra di fronte in…

Ieri sera ho visto La finestra di fronte in un cinema all’aperto, mi sentivo poco “in”, non avendo l’autan da spruzzarmi addosso. A parte l’insistenza sui primissimi piani degna dei migliori film porno, mi è sembrato un film un po’ melenso, con una storia bella e convincente (quella di Massimo Girotti) ed una risaputa (quella di Bova-Mezzogiorno). A parte il fatto che se hai il numero di cellulare di uno non devi precipitarti giù dalle scale fino in strada per fermarlo, basta che gli telefoni. E poi, dottore, le donne sono proprio così? Tra farsi Raoul Bova e diventare pasticciera scelgono la seconda?

Un post di x§°nalità c°nfu§a mi ha fatto…

Un post di x§°nalità c°nfu§a mi ha fatto venire in mente il rapporto dei miei amici dei vent’anni con la musica che ascoltavo (e che ascolto tuttora). In poche parole, la musica che piaceva a me ripugnava a loro (e viceversa, naturalmente). Ogni tanto, quando avevamo da fare un lungo viaggio in macchina oppure una piccola vacanza (vacanze lunghe non ne abbiamo mai fatto, pochi soldi) io prendevo coraggio e portavo una cassetta, accuratamente scelta o addirittura appositamente compilata per l’occasione. Purtroppo l’autoradio o lo stereo portatile diventavano irraggiungibili appena mi azzardavo a dire: potremmo mettere qualcosa che ho portato io, ragazzi. E così mi sono sorbito:

  • Eros Ramazzotti: Musica è
  • Luca Carboni: Quello con Farfallina
  • Luca Carboni: Persone silenziose
  • Europe: The final Countdown
  • Michele Zarrillo: Non so il titolo
  • Umberto Tozzi: Invisibile
  • Def Leppard: Hysteria
  • …e molti altri
  • Dovevo proprio voler bene ai miei amici per sopportare l’heavy rotation dell’album di Tozzi.
    In compenso mi vendicavo portando sempre cassette che sapevo che a loro avrebbero rivoltato lo stomaco. Penso che la vetta di questa tortura fu quando, sull’orlo di una crisi di nervi per il quarto ascolto consecutivo di Persone silenziose, ho costretto Gua, che guidava la sua Uno di ritorno da Milano, ad ascoltare i primi tre album dei Chesterfield Kings. Dottore, se non li conosce, i Chesterfield Kings sono questi:
    The Chesterfield Kings in concerto
    Anche lui mi doveva voler bene, se non mi abbandonò sulla prima piazzola dell’autostrada come un cane.
    Ogni tanto, però avevo qualche sparuto successo. Per esempio, quando Losing my religion arrivò alle orecchie di tutti, potevo vantarmi di avere tutti i dischi dei REM fino da Murmur, e mi prodigai per fare cassette di Out of time a tutti, riempiendo la spazio vuoto con Maps and legends, Wendell Gee, Radio Free Europe, So. central rain, I believe e così via. Ma loro continuavano a preferire Shiny happy people! Un’altra volta, Diogo smanettava con l’autoradio e io immaginavo stesse cercando l’ultima dei Neri per caso, quando si ferma, esclamando: Questa sì che mi piace! Era The disappointed (XTC). Nel tempo in cui lui si girava, io ero già svanito in una nuvoletta di fumo, e dopo un attimo tornavo con una cassetta con Nonsuch e qualcosa del meglio del gruppo: te la regalo, sono fantastici! Una settimana dopo, su quella cassetta c’erano i successi di Umberto Balsamo. Il maggiore successo l’ottennero gli Housemartins, la cui cassetta con il meglio (in pratica ci stava tutto il pubblicato) registrata da me fu l’unica ad andare consumata durante i viaggi sull’auto di Luis.
    Purtroppo sentivamo (e stavamo cantando a squarciagola) quella quando travolgemmo un vecchietto che usciva da un bar. Così non la sentimmo più tanto spesso, dottore, anche perché ogni volta che Paul Heaton cantava “and the light they always show to them is green green green”, noi vedevamo il sangue schizzare sul parabrezza.