Arrivato alla fine del Red Riding Quartet, poggi l’ultimo libro e sai che, prima o poi, ti verrà voglia di rileggerlo. Per assaporare la perizia con cui David Peace ha costruito un affresco immane dell’inghilterra del nord negli anni a cavallo tra i settanta e gli ottanta. Sfornando un poker di thriller che arrivano al fondo oscuro dell’animo umano, sviscerandone le debolezze, le ambiguità e la profonda malignità.
1974 Il giornalista Ed ‘Scoop’ Dunford cerca un legame tra alcune sparizioni di bambine, ostacolato da complotti e false piste.
1977 Il sergente Bob Fraser marito fedifrago con fama da bravo ragazzo, indaga su una serie di omicidi di prostitute tra i depistaggi dei colleghi e l’indifferenza dell’opinione pubblica, mentre il collega di Dunford, Jack Whitehead, reduce da tre anni di alcolismo, utilizza le proprie conoscenze per arrivare alla soluzione del caso, denominato dello Squartatore dello Yorkshire.
1980 Il vicecapo della polizia Peter Hunter, detto il Santo Stronzo, viene mandato a Leeds per capire come mai la polizia locale non ha ancora fermato lo squartatore. Affonderà il proprio animo nel più turpe degli intrecci.
1983 BJ, Ex Punk che si vende nei cessi delle stazioni, John Piggott, pingue avvocato che assume il patrocinio di un malato di mente accusato dei delitti del 1974 e Maurice Jobson, sovraintendente capo della polizia, sono tre reduci, dalle vite intaccate da guasti virulenti. Nessuno di loro è innocente, e intanto il killer delle bambine ricomincia ad uccidere.
Un commento su “Red Riding Quartet”
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Ho appena letto (e recensito) 1974. Grazie per la dritta, e a buon rendere.