Sampdoria – Inter 2-…

Sampdoria – Inter 2-2
Se sento ancora parlare di Super-Vieri, dottore, comincio a dar di matto:
Io c’ero alla partita, ieri, e tutto lo stadio l’ha preso per il culo per 90′.
A cominciare dalle scarpette fosforescenti (c’erano i saldi e non ha potuto scegliere il colore?), passando da tutti i palloni sbagliati (tutti, anche il primo gol non è parso volontario al 100%), fino al gol in fuorigioco.
Quello che ci faceva incazzare di più era il fatto di prendere gol da uno scarsone del genere.

La voglio!Su Le …

La voglio!

Su Le Scienze di
questo mese c’è un interessante articolo di Cliff Stoll sulla prima calcolatrice
tascabile: la Curta.Inventata appena finita la seconda guerra mondiale da Curt Herzstark,
la cui idea fissa era quella di produrre una macchina calcolatrice tascabile in
un periodo in cui tutte le macchine per il calcolo erano un insieme di
ingranaggi meccanici e avevano le dimensioni di una macchina per scrivere.
La Curta, che stava in una mano e poteva essere impostata con l’altra,
aveva l’aspetto di un piccolo macinino per il pepe, cilindrica, di metallo nero,
con una manovellina sulla parte superiore. Poteva eseguire addizioni,
sottrazioni, divisioni e moltiplicazioni; con speciali algoritmi
si potevano eseguire anche le radici quadrate e cubiche. L’impostazione delle
operazioni era
relativamente semplice: con i cursori posizionati lungo la superficie laterale
del cilindro si poteva impostare il numero (11 cursori per operazioni fino a 11
cifre), girando la manovellina gli ingranaggi(raffinati come quelli di un
orologio meccanico) spostavano il numero nei quadranti sulla faccia superiore
intorno alla manovella. A questo punto si poteva impostare il secondo operando e,
a seconda di come si sollevava la manovella effettuare una sottrazione o una
somma, il cui risultato appariva sulla faccia superiore del cilindro. Per le
divisioni e le moltiplicazioni bisognava effettuare più volte queste semplici
operazioni.
Per tutto il dopoguerra, fino all’avvento deicalcolatori
elettronici, la Curta restò uno strumento indispensabile per gli ingegneri, gli
architetti, i capi cantiere.
Ancora più incredibile
è il fatto che Herzstark progettò questo gioiellino durante la sua prigionia a
Buchenwald: in cambio della sua vita i nazisti lo obbligarono a progettarla, con
solo qualche foglio e una matita, nelle pause del lavoro del campo di
concentramento. Il lavoro terminò appena prima che gli alleati liberassero i
prigionieri e Herzstark portò la sua invenzione in Liechtenstein per fondare la
prima fabbrica che vendette per corrispondenza la Curta per 125 $.