MullMuzzler

Qui sotto, sparsi, ci sono dei commenti di Mullmuzzler. Beh, Mercoledì sera, Jonathan Mullmuzzler Platiroti ci ha lasciati, andando col suo scooter contro un’autoambulanza ad un incrocio. In questi casi, le parole sono sempre inadeguate, come lo è la vita.
Che la buona musica sia sempre con te, Mullmuzzler.

Fatte le debite proporzioni…

Zuck – ‘I pompieri spengono il fuoco
Badòn – ‘Eh sì, hanno l’autobotte, l’idrante e la gip
Zuck – ‘E lo sai che i pompieri hanno anche l’elicottero
Badòn – ‘E perché?
Zuck – ‘Così volano sopra il fuoco e ci buttano sopra l’acqua
Badòn – ‘E l’acqua spegne il fuoco
Zuck – ‘E i pompieri hanno anche l’aereo
Badòn – ‘E perché?
Zuck – ‘Così volano sopra il fuoco e ci buttano l’acqua
Badòn – ‘L’aereo fa rumore
Zuck – ‘È di colore giallo e si chiama canadèir
Badòn – ‘Canadèir
Zuck – ‘E sai da dove prende l’acqua il canadèir?
Badòn – ‘…?
Zuck – ‘Dai, indovina un po’! Il canadeir vola vola alto alto e prende l’acqua…
Badòn – ‘…dal lavandino?
Zuck – ‘

Per il dottor Poldo

 Nell’ambito di una riorganizzazione del sistema di passaggio in produzione delle nuove release del software, in un ottica rispettosa delle piu’ moderne best practices di change management, avrei un quesito da porre alla sua attenzione in modo da poter effettuare un deploy quanto piu’ site independent possibile, tenendo conto delle esigenze individuali e del know-how sedimentato aziendalmente:
Dove cazzo sono i sorgenti di produzione?

Questione di autostima

Dottori, tutto questo bordello tirato su dai fumatori accaniti per l’entrata in vigore della legge contro il fumo nei locali pubblici non mi sorprende. Voglio vedere voi a passare da
"Per favore signore, potrebbe andare a fumare un pochino più in là?"
a
"Sporco delinquente bastardo, fila fuori di qui!".

2 morti su 5 sono per aver letto le statistiche

Dottori, qual è la prima cosa che vi viene in mente quando, lanciati a folle velocità, leggete una di quelle insegne luminose di cui ho già parlato che riportano scritte tipo 3 morti su 5 per eccesso di velocità?

Previa grattatina alle palle, pensate a rallentare?

No, penso di no.

E avete ragione, miei cari! Perché l’informazione che vi dà quella scritta è praticamente nulla, se la depuriamo dell’emotività allarmistica della parola morte.

Infatti, cosa significa che 3 morti su 5 sono per eccesso di velocità? Non significa che ogni 5 persone che muoiono 3 stavano andando più veloce del dovuto. Significa che ogni 5 morti per incidente stradale 3 lo sono a causa dell’eccessiva velocità. Riflettete bene su cosa vuol dire: NON MI DICE IN NESSUN MODO IN CHE MISURA IO, CHE SUPERO IL LIMITE DI VELOCITÀ, RISCHIO DI PIÙ SE NON LO SUPERASSI. Ed è questa l’informazione che sarebbe veramente dissuasiva.

Quizzetto: Vedete anche questo cartello: un morto su 50 per aver guidato scalzo.

Secondo voi, è più pericoloso guidare scalzi o superare i limiti di velocità?

Train in vain

Dottori, dovete sapere che il vostro beneamato, per andare al lavoro, esce di casa di buon mattino e si reca a prendere il treno a Genova Brignole. Qui arriva con circa una decina di minuti di anticipo sull’arrivo del treno per Voltri. Sul binario 1 della stazione, a quell’ora, ci sono sempre gli stessi tipi, gente che va a lavorare, chi con il volto assonnato, chi con il fare impaziente di chi non ha tempo da perdere, Zuck, dal canto suo, ha sempre un libro (quello che si dice un buon libro, ma molte volte è solo un libro e nemmeno tanto buono) a tenergli compagnia e tira su gli occhi dalle pagine solo per una ragione: salutare, sbeffeggiandoli, lo Zio e il Suvvìa che transitano, sul secondo binario, a bordo del treno sbagliato, quello per Pontedecimo (nelle stazioni precedenti, l’assenza di indicazioni dei treni provoca questi qui pro quo).

Schizzo non arriva molto spesso in anticipo sul binario, lei, il più delle volte, piomba direttamente sul treno ormai in partenza, forse catapultata da strani marchingegni attraverso le porte ormai chiuse. Arrivata nel corridoio del treno con sistemi sconosciuti a noi umani, Schizzo impiega qualche minuto per riprendersi, tempo che trascorre percorrendo senza posa l’intera lunghezza del treno alla ricerca del vostro beniamino, che sta tranquillamente leggendo, ben in vista. Ma Schizzo lo vede solo alla quarta passata.

Zuck, di solito, cerca di trovare quattro posti liberi adiacenti. In uno si sistema una accaldata Schizzo, gli altri due sono pronti ad accogliere a Principe il Bernacca e Ccheppalle.

Come dice il nome, il Berny è un patito di meteorologia, nel senso che fa patire gli altri (soprattutto Zuck, a dire il vero) con le sue previsioni, con gli aggiornamenti delle sue previsioni, con le verifiche delle sue previsioni, con le conferme delle sue previsioni, con le percentuali delle sue previsioni, e così via.

La caratteristica di Ccheppy, invece, è l’attitudine positiva verso il lavoro che comincia ad esternare già di prima mattina, ripetendo il proprio nome innumerevoli volte, soprattutto quando viene interpellata sulle attività da svolgere in ufficio durante la giornata.

L’inconfondibile sagoma di questo ineffabile duo si delinea sempre nella stessa posizione, sul binario sotterraneo della stazione di Genova Principe, ma, mentre Zuck, mediante un semplice cenno del capo, riesce sempre a farsi scorgere dai due, Schizzo, presa da raptus segnalatorio, comincia a saltellare, nel tentativo di farsi localizzare, agitando le mani in maniera compulsiva contro il vetro del vagone. Una volta, in un momento di foga eccessiva, Schizzo tirò giù il finestrino per sporgersi a busto intero fuori dal treno ed essere meglio visibile; Berny e Ccheppy notarono solo Zuck che li salutava alzando leggermente il sopracciglio sinistro, mentre l’aria gelida di Gennaio provocò una polmonite fulminante all’anziana signora appisolata qualche sedile più in là.

E così, a Principe, il magico quartetto è finalmente completo, arricchito alcune volte dallo Zio e dal Suvvìa, scesi appena in tempo dal mitico Nervi-Pontedecimo. Cosa dire delle profonde e animate discussioni che avvengono nel tratto fino a Cornigliano? Meglio non dire niente.

All’approssimarsi della stazione di Cornigliano, il vostro Zuck vorrebbe prepararsi in tempo, ma gli altri adottano la tecnica del ‘Chi si alza per primo è scemo’, che lo costringe invariabilmente a restare immobile con il cuore in gola al pensiero di non riuscire a scendere dal treno.

Una volta scesi in maniera rocambolesca, il gruppo prende un autobus da cui scende nei pressi del luogo di lavoro. Ma, mentre CCheppy, Zio, Suvvìa, Berny e Zuck procedono ordinati in fila indiana verso i rispettivi tornelli, Schizzo si getta in mezzo alla strada, facendo stridere pneumatici, inchiodare vetture e bestemmiare automobilisti, per guadagnare quella sporca dozzina di secondi sull’orario di entrata.

Le avventure di Badòn nel paese delle meraviglie

Dovete sapere, miei cari dottori, che il vostro beneamato Zuck, una mattina alla settimana, prende il bolide verde per portare il piccolo Badòn dai suoi nonni a Pegli.

I commenti del piccino iniziano da S.Martino (“le campane fanno dondolàn”), si dilungano in Corso Italia (“c’è il mare blu”), proseguono lungo la sopraelevata (“che macchina è quella?”), si intensificano in autostrada (“Galleria!”), si fanno perentori al casello (“Papà, dai il biglietto e la moneta al signore”) fino all’apoteosi all’arrivo (“Quella macchina ci ha rubato il parcheggio!!!”).

Insomma, la partecipazione al viaggio del bimbo rende divertente anche un’alzataccia mattutina e una probabile coda lungo il tragitto.

L’altra mattina, però, ero nella solita fila che tutte le macchine provenienti da Corso Italia fanno risalendo per un breve tratto Viale Brigate Partigiane per immettersi sulla sopraelevata, quando il solito furbo (avete presente. dottori?) ha saltato la fila per poi inserirsi repentinamente all’imbocco prima del semaforo. La manovra, che fanno tutti quelli che credono di avere il diritto di saltare la coda, vuoi perché “stanno lavorando” (beh, se non mi superi ci arrivo anch’io a lavorare), vuoi perché “sono in ritardo” (beh, se rispetti le regole anch’io arrivo in orario), mi ha sorpreso, e le due autovetture sono venute quasi a contatto.

Il vostro caro Zuck, dottori, ha perso per una frazione di secondo il controllo, ha guardato in faccia il furbastro, e ha scandito, in modo che l’esteta del codice della strada lo potesse chiaramente leggere sulle sue labbra, l’epiteto “CO-GLIO-NAZ-ZO”.

Tutto è avvenuto in un attimo le due autovetture hanno proseguito per la loro strada, il furbo ha zigzagato per uscire al più presto dall’ingorgo e Zuck si è ricomposto, riprendendo il suo abituale buonumore.

Solo nel piccolo Badòn è rimasta la curiosità di vedere una nuova specie di animale:

“E dov’è il coniglionazzo?”